domenica 25 ottobre 2009

Come descrivere la sensazione di avere tutto e niente nello stesso momento?? Immaginate una terrazza all'aperto in una notte d'estate, un porticato di una casa al mare, un paesino in festa che rimanda musica da lontano nella notte che scandisce il ritmo del dondolo che è lì.. Immaginate di essere su quel dondolo, che vi culla, tra luce ed ombre, seguendo l'altalena delle emozioni. Brezza fra i capelli, cielo stellato, tepore estivo, musica che arriva lontana e si confonde col rumore del mare.. e allo stesso tempo.. il silenzio, che ti permette di ascoltare tutto questo. se foste con qualcuno la vostra attenzione non potrebbe cogliere la bellezza di questo momento. Non potreste ascoltare i suoni che si confondono, assaporare il l'odore della brezza, godere del cielo stellato perchè i vostri sensi sarebbero occupati a percepire la persona accanto a voi. Tuttavia sareste in compagnia. Cosa scegliereste? Il mio cervello in qualche modo mi ha segnalato che in questa situazione solo un canale è ON, quello dell'ascolto, mentre gli altri sono OFF. Quindi in pratica è lecito pensare che sia come avere tutto, ma allo stesso tempo niente? O era solo un'architettura complicata per cambiare il senso della prospettiva di chi sente qualcosa che non vuol sentire?
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Madame X

5 commenti:

  1. Chi sente qualcosa che non vuol sentire, cara Madame X, ha tutto, ma non vorrebbe avere niente...

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  2. ma la domanda è: vale la pena avere tutto questo in assenza di qualcuno con cui condividerlo? Potrebbe essere un'osservazione minuziosa delle cose per non sentire la solitudine.. e allora meglio utilizzare un solo canale o applicarne vari per un unico scopo?

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  3. La solitudine pesa solo quando non si è in grado di venire a patti con se stessi. In tal caso, la compagnia serve solo a non pensare al fatto che siamo sempre e comunque soli... quando si impara a sentire quello che siamo, allora possiamo iniziare ad ascoltare il mondo e gli altri.

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  4. ...purché ne valga la pena! Mi capita con sempre maggior frequenza di trovare molto più interessante la mia conversazione che qualsiasi altra cosa senta intorno a me. Lo ammetto, sono immodesta, ma mi piaccio e tanto mi basta.

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  5. Mmmh.. Devo dire che i vostri commenti arricchiscono di nuovi spunti l'interpretazione di un singolo evento. Anche io come Kalligalenos vado d'accordissimo con me stessa!! Trovo molto più difficile scendere a patti con gli altri.. è una faticaccia! ma spesso la curiosità verso il mondo alimenta la mia mente così come i sogni e le difficoltà il moto del mondo. Un mio "romance" di alcuni mesi fa' si consumò tra passione e tromento per la distanza mentale che ci caratterizzava, proprio perchè tendo a non innamorarmi mai di persone come me, perchè mi annoiano, e scelgo invece sempre situazioni difficili, per dimostrare che posso vincere la sfida forse..o per scoprire quel qualcosa in più di diverso da tutti gli altri che rende la persona speciale. Allora mi chiesi se fosse meglio la solitudine delle forti emozioni che poi si esauriscono, o quella del controllo, cosentito da sentimenti più lievi? Perchè la stabilità e la certezza anche se positive immobilizzano e quindi vanno contro la nostra struttura ontogeneticamente dinamica, e, diciamocelo.. melodrammatica! ecco perchè anche la felicità diventa noiosa.. un tutto che può sembrare niente

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